Senza. Da oggi al 4 novembre Riccione senza Cocoricò, che sarebbe un po’ come Riccione senza la piadina.
Avrebbe un altro sapore.
Gli addetti ai lavori si aspettavano un gesto esemplare in seguito a quanto accaduto il 19 luglio, ma forse non una chiusura di 4 mesi. E se in mezza giornata la notizia era già on line sulle principali testate italiane (dal Sole 24 ore a Vanity Fair, un’epidemia di notizia davvero trasversale) nemmeno i clubbers sono rimasti con le mano in mano.
È stata aperta, già di prima mattina, una pagina Facebook ed è stato creato l’hashtag #RiapriamoilCocorico, poi subito seguito a poche ore da #noallachiusuradelcocorico da parte di un’ulteriore community (5 mila like in tempo reale mentre stiamo scrivendo). Per il resto la rete ha fatto la sua parte alla grande!
30 Mila i sostenitori del Brand e della sua clubbing culture che in poche ore ci hanno messo la faccia e lasciato il like, tanto da innescare un fenomeno virale a tutti gli effetti ( nel tardo pomeriggio la notizia era pubblicata anche da Repubblica.it, ripresa dal social media).
Se alle 11.00 di stamattina erano in 7mila, alle 15.00 invece già in 17mila e poco fa era vicina la boa dei 30mila. Una protesta che marcia sotto a un hashtag immaginario #donotstopthedance, perché per chi va “al Cocco” è la musica che innanzitutto comanda.
I dj sono protagonisti di ogni evento come vere e proprie rockstar o piuttosto spesso, forse, sono loro stessi l’evento esattamente come succede nell’ambito di un grande Festival. Ma chissà, probabilmente non saranno già più 30mila quando questo post sarà on line perché il popolo dei clubbers vuole continuare a ballare e lo sta dicendo, compatto e deciso, a voce alta.
E noi, oggi, vi salutiamo così:
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