• 25 luglio 2014

This must be the place

This must be the place

Blogville romagnolo, parte 3: Una romagna romantica quella descritta da Fabio Lepore, giornalista piemontese vincitore di uno tra i più prestigiosi premi in ambito giornalistico, Il Premiolino. E’ stato un onore portarlo alla scoperta della nostra Terra e lui ci ha ringraziate così. Nota dell’autore: il pezzo è da leggere ascoltando questa in sottofondo: http://www.youtube.com/watch?v=Tvl-HFoOpRc.

“This must be the place. Il senso di un viaggio lo capisci al ritorno. E a me, da quando sono tornato dal tour Le Asociali (di nome, ma non di fatto), c’è una canzone delle teste parlanti che mi ronza attorno. Caro vecchio Rewind e Play.

“Home is where I want to be / Pick me up and turn me around”. Parla di un posto dove arrivi ma non puoi stare fermo. Parla del borgo amico di San Giuliano, delle sue svolte a sorpresa. Delle sue piazzette con le panchine. Degli scorci che resti lì fermo. Delle sue case. Le sue case… Ho preso il numero di quella in vendita: sei stanze su tre piani (l’ultimo con un terrazzone da far festa tutte sere). E quando avrò i soldi me la compro. Le sue case, che ogni cucina è un salotto e ai proprietari piace farle vedere. Ma come fai a biasimarli, che quando qualcosa è bello bisogna pur mostrarlo.

“Feet on the ground, head in the sky”. Piedi nella sabbia, piadine nel piatto. Che quella con lo squacquerone e le verdure grigliate (senza e con il peperone) è una finta di Maradona che scioglie una birra Amarcord (che poi scopro è pesarese, ma va bene uguale) nel palato.

“I got plenty of time / You got light in your eyes / And you’re standing here beside me / I love the passing of time / Never for money, always for love / Cover up and say goodnight, say goodnight”.
Parla di un posto dove dici sei volte “buonanotte” e ancora non basta, perchè ancora stai lì a parlare. E la notte non esiste più.
Parla dei calici di sangiovese e rebola e frizzantino (quanto ci starebbe bene, adesso, quel frizzantino…) a Passaggi di vino. E dei coni che si riempiono di anelli e gamberetti (di quelli dolci, che mangi con la scorza) e dopo son di gelato.

“I can’t tell one from the other / I find you, or you find me? / There was a time before we were born / If someone asks, this is where I’ll be, where I’ll be”.
Parla di una spiaggia dove naufragare è dolce. E la casa te la costruisci da solo, che tutto è un gioco.
Di una pineta da attraversare a piedi nudi, che tanto i palmi te li sei già scottati sulla sabbia.

“Home, is where I want to be / But I guess I’m already there / I come home, she lifted up her wings / I guess that this must be the place”.
Romagna. Rimini. Cervia. Lido di (prima) Classe. Viaggiare è un po’ sognare. Il posto è senz’altro questo. Loro, Le Asociali. Di nome, ma non di fatto. Grazie amiche”.

Fabio Lepore

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