E’ proprio quando le cose ci sorprendono e sono come non ce le aspettiamo che più ci emozionano. In questo week end abbiamo gironzolato sul lungomare di Rimini, in zona Marina Centro, dove dodici top chef internazionali ed altrettanti cuochi regionali di livello top, capitanati dal pluristellato Massimo Bottura, sono stati i protagonisti ad Al Meni. La nostra giornata è iniziata in tarda mattinata, con un brunch in stile pic nic nel giardino del Grand Hotel allestito con coperte a quadretti bianchi e rossi, deliziosi cestini di vimini porta vivande e comodi maxi cuscini su cui stendersi al sole, finalmente alto in cielo dopo due giorni di meteo incerto e capriccioso. Con i piedi scalzi sull’erba la nostra colazione e l’inizio della giornata hanno così preso subito tutt’un altro sapore, tra pancakes, briosches, torte d’alta pasticceria, macarons, macedonie di frutta e insalate di mare, specialità gastronomiche a km zero, bollicine e caffè.
Abbiamo proseguito la mattinata gironzolando tra stand gastronomici, perdendoci in assaggi e compere, perché resistere alle migliori specialità tipiche a km zero sarebbe stato un vero peccato, e Matrioska un mercatino dell’artigianato indipendente Made in Rimini. E poi, finalmente, la tappa più attesa, quella all’interno del grande circo 8 ½ dei sapori (chiara citazione felliniana) dove i migliori chef contemporanei, a livello mondiale e locale, sono stati protagonisti di una carrellata spettacolare di show-cooking: mettendoci il lavoro delle loro mani e tutta lapassioneche hanno nel cuore si sono avvicendati nella preparazione di piatti d’autore d’altissimo livello di fronte agli occhi di tutti.
Ed è proprio qui che, secondo noi, stanno il paradosso e l’appeal di Al Meni (letteralmente dal dialetto Riminese “le mani”), in quel contrasto netto, intenso, forte ed assoluto tra lusso e semplicità. Da un lato l’eleganza Liberty del Grand Hotel e dall’altro i piedi scalzi di chi si è goduto, come noi, quella squisita dèjeneur in giardino; da una parte piatti squisiti preparati dai più grandi chef e dall’altra il prezzo popolare (5 euro a porzione). E poi niente servizio (la formula era a self service), nessuna formalità, niente tavoli elegantemente apparecchiati, ma stoviglie in carta e grandi tavoloni ricoperti da tovaglie di plastica quasi casuali e al limite del kitch, balle di fieno e panche di legno per sedersi. Il vero sapore di Al Meni, secondo noi, è un sapore autentico e per questo assolutamente irresistibile in cui ciascuno è semplicemente quello che è e fa umilmente quello che meglio sa fare per il piacere di farlo e di condividerlo.
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