Ci chiamiamo @sociali perché a volte siamo talmente connesse da sembrare disconnesse dalla realtà, ma ieri pomeriggio siamo state al Passo d’Uomo Festival e abbiamo fatto un’eccezione, cioè ci siamo totalmente ed effettivamente disconnesse.
Per un paio d’ore abbiamo scelto di fare un po’ di sano digital detox per ricollegarci a noi stesse attraverso la dimensione del tempo, lento, e dello spazio naturale.
Tra gli undici tragitti in mezzo alla natura in programma per questa quarta edizione abbiamo scelto di andare alla scoperta dei paesaggi naturali e culturali della Valconca attraverso i paesaggi della riserva di Onferno.
Due ore di cammino, dal pomeriggio al tramonto, che ci hanno tolto il fiato (non solo letteralmente…) rapite dalla suggestione dei panorami che passo dopo passo ci hanno saputo sorprendere ed emozionare profondamente, rendendoci via via da protagoniste della camminata a spettatrici dello spettacolo della natura.
E quando sono i boschi e le campagne a fare da teatro, le ambientazioni sceniche diventano perfette per fare da sfondo a performance artistiche inattese in cui l’intensità dell’arte si fonde con quella della natura.
Noi abbiamo assistito a quella sul convivio a cura di Claudio Gasparotto che ha saputo magistralmente trasformare la condivisione della tavola in un atto rituale intervenendo con incursioni coreografiche sulle fasi di allestimento delle vivande e della preparazione dei cibi.
La giornata si è conclusa con un’ottima cena alla Fattoria Caracol in cui, di nuovo, era la natura ad essere al centro con i suoi frutti dal sapore autentico e ruvido. Quando siamo tornate a casa il senso di pace interiore, convinte che ogni tanto trascorrere una giornata scandita dai ritmi naturali, senza alcuna fretta né stress, è un’ottima idea per fare un viaggio per l’anima all’insegna di semplicità e meditazione.
Purtroppo il Festival è già finito per quest’anno, ma se avete voglia di seguire il nostro consiglio c’è un’altra occasione per rallentare il passo: è stata prolungata fino al 4 ottobre, all’interno del Grand Hotel di Rimini, la mostra fotografica “Lente” a cura di Giorgio Salvatori che ritrae una città fuori stagione che frena il suo ritmo estivo straordinario, diventando onirica e vagamente felliniana.
L’autunno è alle porte, riprendiamoci il nostro tempo.
Riviera sotto la neve _ (PH © GIORGIO_SALVATORI)
La città di Rimini sotto il nevone di febbraio 2012
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